Progetti di formazione professionale per i detenuti del carcere di Reggio Calabria. Ad organizzarli sarà l'Amministrazione provinciale.
Sull’emergenza carceri non esistono né posizioni d’avanguardia né di retroguardia. Siamo invece di fronte ad un sistema che richiede sinergia interistituzionale e il coinvolgimento dell’associazionismo che ha posto al centro del suo impegno sociale il problema del sistema carcerario".
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E’ questo l’incipit dell’intervento del presidente della Provincia Giuseppe Raffa alla presentazione del progetto RE.C.IS., varato dal consorzio “Kalon Brion” con il patrocinio dell’Amministrazione provinciale, relativo all’emergenza carceri rispetto ai “percorsi per il reinserimento sociale e lavorativo in Calabria”.
Il Presidente della Provincia, nel ringraziare la direttrice della Casa circondariale reggina, Carmela Longo, per aver dato la possibilità all’Ente di via Foti di approfondire la condizione carceraria della città dello Stretto, ha sottolineato l’importanza delle visite ai detenuti della struttura che, “al di là delle presenze estemporanee come le passerelle politiche, offrono la possibilità, attraverso la visione diretta, di toccare con mano la vera condizione che non è sempre quella che viene descritta. Abbiamo avuto la possibilità di constatare la drammaticità di questi luoghi. Ho visto – ha spiegato ancora Raffa – all’interno della sezione femminile delle realtà sconcertanti soprattutto rispetto al fattore umano, che mi hanno portato a chiedere scusa alle recluse. Non mi stanco di sostenere che, al di là delle responsabilità e delle pene da espiare, un siffatto stato, in cui il sovraffollamento è l’elemento più disumano, non fa parte della civiltà giuridica di un paese civile. La condizione di precarietà mi spinge, sempre di più, ad assumere un comportamento di collaborazione alla ricerca di percorsi futuri in grado di umanizzare e di preparare il reinserimento sociale e lavorativo”. Giuseppe Raffa, sempre nel corso del suo intervento, si è detto favorevole al progetto RE.C.IS. che necessita di un impegno corale per il futuro di quanti escono dal carcere che “espiata la pena si trovano alle prese con un contesto territoriale che stenta ad accoglierli sia sotto l’aspetto sociale che lavorativo. Per noi è fondamentale immaginare percorsi propedeutici da indicare a quanti rientrano nel consorzio civile. Salutiamo, pertanto, la positività del progetto RE.C.IS. di dare vita a delle cooperative sociali di tipo B, all’interno delle quali inserire i detenuti. Agevoleremo questo percorso attraverso il ruolo della Provincia, in particolare sotto il profilo della formazione professionale. Con la direttrice Longo, a tal proposito, stiamo cercando di immaginare modelli formativi all’interno dello stesso carcere, in sintonia con quanto ci hanno richiesto le detenute di questo reparto che, oltre all’ora d’aria, vorrebbero impegnare il loro tempo in termini di approfondimento di alcune tematiche in grado di agevolare occupazione e reinserimento sociale. Un percorso, questo, che ci apprestiamo ad avviare. A breve, infatti, definiremo due –tre progetti di grande concretezza formativa in grado di rafforzare la presenza della Provincia nelle carceri reggine”.
a.l./