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Il progetto dell'area antistante il museo dei Bronzi, per il presidente della Provincia "e' un episodio di rottura degli equilibri spaziali storicamente consolidati"

“Sulla vicenda della sistemazione dell’area comunale antistante l’ingresso principale del Museo Archeologico Nazionale di Reggio, l’Amministrazione provinciale, che già in sede di conferenza dei servizi dell’agosto scorso aveva formalizzato, e di recente confermato, parere negativo sul progetto ‘Battista’, continua ad esprimere forti perplessità su un’opera che si pone come episodio di rottura degli equilibri spaziali storicamente consolidati”. Lo afferma il presidente della Provincia Giuseppe Raffa il quale interviene nel dibattito che sta caratterizzando la vita della città dello Stretto coinvolgendo istituzioni, associazioni, società civile e semplici cittadini.

“L’ampliamento della casa dei Bronzi  - dice il Presidente - ha prodotto un braccio di ferro tra chi vorrebbe imporre una decisione assunta al di fuori della polis e quanti, i cittadini, respingono tale modus operandi che in passato ha creato tensioni e la rottura degli equilibri sociali. Nessuno vuole osteggiare la modernità. Ma se, come in questo caso, il  moderno  si riduce a mille metri quadri in più di superficie museale, con un aggravio per la collettività di 10,5 milioni di euro, allora  non solo giustifichiamo, ma appoggiamo la crociata   tesa ad impedire  lo stravolgimento di un sito  con  più di un secolo di storia urbanistica. Nei giorni scorsi, proprio per il senso  di  osservanza istituzionale che  caratterizza il nostro agire, abbiamo condiviso con le associazioni  un percorso teso ad individuare  soluzioni  che non stravolgessero la realtà dei luoghi. Reggio Calabria, da più parti, è etichettata come la città delle incompiute.  Di lavori durati quasi vent’anni, legati ai beni culturali, c’è  l’esempio di piazza Italia con  il ritrovamento di resti  archeologici  dalle diverse epoche storiche.  In considerazione del fatto che siamo in presenza  di  un’area archeologica, con gli esperti che  ipotizzano l’esistenza di una necropoli,  la Provincia  si era dichiarata disponibile  ad un’analisi del sottosuolo  con l’utilizzo di georadar. Il progetto che si vuole realizzare – dice  ancora Raffa -  non propone  in alternativa nuove relazioni percettive in grado di valorizzare  e rafforzare l’identità di questo spazio urbano.  Tutto stravolto: dalla nuova  destinazione dell’area antistante al Museo alla pavimentazione  davanti la struttura piacentiniana che andrebbe ad occultare  il basamento dell’edificio, interrompendo in tal modo la continuità del segno basale sui restanti muri dello stesso.  Al contempo verrebbe  stravolto il concetto di agorà, punto d’incontro  e di socializzazione, per trasformarlo, magari, in un parcheggio di pullman.  Allo stravolgimento dei luoghi  contribuirebbe  anche la realizzazione  del padiglione in vetro – cosiddetto “lanterna” – ancorché trasparente. Un manufatto che , oltre a cancellare lo storico punto d’incontro, creerebbe una barriera visiva  lasciandosi alle spalle una piazza ampiamente ridimensionata. Questi ed altri argomenti – conclude Raffa - giustificano la richiesta di rivedere la progettazione prima  di qualsiasi concreta iniziativa per evitare che la città subisca danni irrimediabili”.

 

a.l./

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