Commissione Parlamentare antimafia: Raffa, "Ben vengano le leggi speciali contro la 'ndrangheta,ma occorre anche un progetto legislativo di sviluppo socio- economico della Calabria"
La presenza della Commissione parlamentare antimafia a Reggio conferma l’interesse che lo Stato dimostra nei confronti della Calabria”. Lo afferma il presidente della Provincia Giuseppe Raffa il quale esprime apprezzamento per la due giorni di lavori che la Commissione presieduta dall’on. Rosy Bindi ha svolto in riva allo Stretto. “Ben vengano – sottolinea il Presidente – le leggi speciali contro la ‘ndrangheta che è uno dei principali mali che affliggono la nostra terra impedendone lo sviluppo socio-economico. Ma non si perda di vista l’altra importante causa di questo sottosviluppo: la disperazione della gente, costretta a pagare decenni di politiche assistenzialiste che hanno prodotto depressione, ingrossato le file della disoccupazione e, conseguentemente, agevolato la crescita delle organizzazioni criminali. Qui, in Calabria, non è tutto ‘ndrangheta. Esiste, infatti, un tessuto sociale prevalentemente sano, fatto di gente laboriosa, rispettosa delle leggi e consapevole che solo attraverso lo stato di diritto è possibile costruire il futuro delle giovani generazioni. La Calabria, nonostante i 150 anni dall’Unità d’Italia e i quasi settanta dalla Repubblica, continua a registrare livelli di disoccupazione più alti d’Europa: oltre il 60% è il dato che interessa i giovani”.
Per il Presidente della Provincia, “ la Calabria, al pari dell’intero Mezzogiorno, è una polveriera sociale che non esplode per il particolare tipo di coesione sociale in cui la famiglia e la solidarietà raffreddano piccole e grandi tensioni. Fino a quando questo tipo di antidoto durerà, francamente, non è dato sapere. Quello che invece giornalmente viviamo è la disperazione della gente, le invocazioni di aiuto di giovani disoccupati, di laureati costretti ad emigrare, di padri di famiglia espulsi dal tessuto produttivo che li relega tra gli scarti di una società globalizzata portatrice di nuove povertà soprattutto nelle aree marginali. Mentre diciamo sì alle leggi speciali contro la criminalità organizzata, pretendiamo dello Stato- sottolinea Giuseppe Raffa - analoga legislazione per favorire l’occupazione e lo sviluppo. D’accordo con la repressione criminale, ma anche lavoro e occupazione in grado di isolare il fenomeno ‘ndranghetista le cui lusinghe, complice la disperazione, a volte, rischiano di diventare l’unica occasione di sostentamento : per giovani e meno giovani, anche di quanti, spesso, non hanno mai avuto a che vedere con piccola e grande criminalità. Se in Italia – secondo una recentissima statistica - un bambino su dieci vive in povertà, qui da noi il numero sale a tre su dieci. Le scene che quotidianamente caratterizzano il nostro territorio e che non trovano ospitalità sui mass media sono davvero emblematiche: le mense dell’associazionismo laico e confessionale ospitano bambini, anziani, pensionati e, finanche, cittadini di quella fascia che, fino a qualche anno fa, veniva indicata come borghesia; di notte non è certo difficile incontrare persone che cercano qualcosa di utile nei cassonetti dell’immondizia, o che sperano di trovare un indumento sul sacrato di una delle tante chiese del centro o dei rioni”.
La dichiarazione del presidente Raffa prosegue. “La ‘ndrangheta esiste, è potente, pervasiva e spesso riesce ad infiltrasi nelle istituzioni e nel tessuto economico, ma non deve, assolutamente, diventare un alibi per lo Stato che non interviene con provvedimenti radicali per l’occupazione e lo sviluppo perché a beneficarne potrebbero essere le cosche. Parallelamente alla repressione occorre una serie politica di sviluppo che non può essere quella che fino ad oggi ha omesso di controllare i grandi flussi di danaro stanziati dai Governi e finiti nelle tasche di ‘ndranghetisti, faccendieri e politici corrotti. Se la Calabria deve cambiare, come tutti noi auspichiamo – conclude Raffa -, vanno riviste le strategie d’intervento: tutte finalizzate ad incidere profondamente sul territorio compresa l’azione pedagogica nelle scuole, altrimenti la Calabria rimarrà la palla al piede del Paese che stenterà a crescere perché il Nord non può fare a meno del Sud”.